Ormai è trascorso oltre un anno e Francesco Tresso come assessore al decentramento e alla cura della città ha dovuto affrontare diverse sfide. Prima fra tutte ovviamente la questione dell’anagrafe, ma non sono mancate prove di carattere straordinario come Eurovision o la siccità estiva che ha messo in difficoltà il principale fiume di Torino.

Di seguito un breve resoconto dell’attività da assessore, tra progetti portati a termine e attività ancora in corso d’opera.

Proviamo a tracciare un bilancio tra cose fatte e portate a compimento e quelle a cui si sta lavorando.

Le deleghe che mi sono state assegnate dal Sindaco Lo Russo sono tra loro molto variegate: spaziano dall’anagrafe alla protezione civile, dai lavori pubblici alla manutenzione del verde e del suolo, dal decentramento alla tutela degli animali, e poi ancora i fiumi, i ponti, le fontane e i monumenti, la toponomastica…

Ho impiegato il mio primo periodo da Assessore a girare le sedi e incontrare gli uffici, era importante per me capire dalle persone direttamente coinvolte criticità e impressioni. Faccio un esempio: anche la disposizione degli sportelli di un’anagrafe, o le difficoltà incontrate quando si presenta per un documento chi non parla italiano sono elementi da considerare per riorganizzare un servizio. E poi mi sono dato delle priorità, come è logico quando ci sono emergenze non procrastinabili.

Anagrafe

L’anagrafe, innanzitutto, perché restituire un servizio efficiente vuol dire ridare fiducia alla cittadinanza nell’amministrazione pubblica. Quando sono arrivato ci volevano più di 6 mesi per prenotare una carta d’identità, oggi siamo nell’ordine di un mese, e nel frattempo ho stipulato una convenzione con oltre 100 CAF cittadini che si fanno carico dei cambi di residenza, abbiamo lavorato ad un nuovo software gestionale che collauderemo ora inizio dicembre, abbiamo riaperto 2 anagrafi decentrate a Barriera e Falchera e potenziato il servizio dell’anagrafe itinerante tramite un piccolo camper elettrico che raggiunge tutti i quartieri. Recentemente sono stato in carcere, con la nuova direttrice abbiamo concordato le modalità per aprire uno sportello al Lorusso e Cotugno, perché con le 3000 persone che lo abitano quello è un quartiere cittadino, e bisogna facilitare soprattutto coloro che sono a fine pena e devono reinserirsi nella società.

Servizio elettorale

Come presidente del Servizio elettorale in questo primo anno non mi è mancato il lavoro, avendo avuto due tornate di voto in occasione dei referendum di giugno e delle elezioni politiche di settembre. Organizzare le elezioni non è uno scherzo, comporta notevoli sforzi in termini di logistica e di coordinamento, basti pensare che vengono coinvolte più di 2000 risorse interne al Comune e circa 3500 persone che tra scrutatori e presidenti presso i 918 seggi di voto cittadini.

Nel complesso abbiamo lavorato bene, qualche criticità che si era manifestata nel ritiro delle schede a giugno è stata superata per le elezioni di settembre.

Protezione civile

Tra le tante deleghe una la gioco in casa, ed è la protezione civile. Da ingegnere, mi sono sempre occupato delle sue tematiche, in questo anno abbiamo varato il nuovo Piano di emergenza cittadino, un lavoro serio e articolato che consente di alzare l’asticella della sicurezza, perché viviamo in un territorio fragile, basti pensare alle esondazioni dei nostri fiumi o alle frane che interessano la collina. E poi ho lavorato a riorganizzare la struttura, portandola sotto un’unica direzione insieme alla polizia municipale, così da sfruttare al meglio l’operatività dei due servizi.

Con la protezione civile abbiamo coordinato l’emergenza Ucraina, costituendo un tavolo con le altre istituzioni (Prefettura, Questura, Regione) e con le associazioni del terzo settore, per organizzare l’accoglienza dei profughi e fornire i servizi necessari, dall’assistenza medica alla scuola per i bambini e le bambine. Sono stato al confine polacco verso Leopoli, con un pullman messo a disposizione da GTT, portando a Torino una quarantina di donne e bambini che scappavano dai territori di guerra. Questa rete interistituzionale la stiamo mettendo a frutto per tutti i profughi, la scorsa settimana col collega Rosatelli, il Questore e le forze sindacali abbiamo firmato un protocollo di collaborazione per ottimizzare il sistema di rilascio dei permessi di soggiorno per tutti gli stranieri che arrivano in città.

I fiumi

Il nostro fiume, il Po. Su questo ho lavorato con la passione che mi deriva da averlo sempre frequentato, abitandoci davanti e avendo iniziato a remare sin da ragazzo. Siamo alla stipula di un protocollo di intesa che ho voluto tra la città e i soggetti che col fiume hanno a che fare, dalla Smat a Iren, ma anche i circoli remieri, ARPA e gli atenei, una sorta di manifesto a cui tutti aderiscono nell’ottica di pensare che questa risorsa deve essere gestita, tutelata e maggiormente valorizzata con una condivisione di intenti.

In questo senso, riprenderemo anche la navigazione fluviale, grazie ad un finanziamento PNRR per acquistare 2 nuovi battelli e ripristinare il sistema degli attracchi. Ma non pensiamo agli sfortunati Valentini, saranno 2 imbarcazioni concepite completamente diverse: ho contattato i migliori cantieri a livello Europeo per concepire una navigazione che sarà un’esperienza ambientale immersiva, su imbarcazioni più agili e di dimensioni più limitate, a impronta ecologica neutra, cioè con propulsione elettrica alimentata dalla stessa energia prodotta dal fiume.

Ma non solo il Po, stiamo lavorando col Politecnico ad un’analisi degli altri 3 corsi d’acqua cittadini, per pianificare interventi lungo le sponde mirati alla loro riqualificazione e far percepire i fiumi come autentiche dorsali di connessione, a iniziare dalle realtà culturali che uniscono: lungo il Po e la Stura possiamo andare in bici dalla Villa della Regina alla Venaria Reale, mentre lungo il Sangone arriviamo a Stupinigi.

Il verde

Torino è una città molto green: quasi il 40% del territorio comunale è costituiti da aree versi, e se rapportiamo questa superficie alla popolazione è come se ognuno di noi avesse un giardinetto di 40 mq. E’ la nostra ricchezza, in più i parchi lungo i fiumi costituiscono un eccezionale corridoio di biodiversità che li collega alla collina. Sono stato eletto Presidente della riserva della biosfera della collina torinese (MAB Unesco), e ho iniziato in questo senso a lavorare con i comuni contermini, da Moncalieri a San Mauro, passando per Chieri e Pino Torinese, condividendo politiche e strategie che vanno dalla fruizione della sentieristica alle politiche del cibo, perché questi territori sono i nostri orti di filiera corta.

Il verde urbano è fatto di giardini, di aree gioco, di aree cani, insomma di spazi urbani che possono e devono essere linfa dei quartieri. Manutenerlo costa, perché è un patrimonio cospicuo: abbiamo circa 250 aree gioco in città, la maggioranza hanno più di una dozzina d’anni, sono deteriorate, a iniziare dalle pavimentazioni. Ho presentato una delibera per incentivare sponsor da parte dei privati che sta iniziando a dare frutti, ma ora il mio sforzo è indirizzato soprattutto a liberare maggiori risorse del nostro bilancio, che è sofferente, bisogna esser chiari su questo.

I parchi cittadini sono una ricchezza inestimabile, e su alcuni di questi stiamo lavorando per infrastrutturali in maniera leggera, realizzando dei sottoservizi, in modo che possano ospitare eventi culturali nel verde. Se al Parco Dora, in un suggestivo ambiente post-industriale si può tenere un evento come il Kappa Festival, con 40mila ragazzi che ascoltano musica elettronica, davanti alla cornice settecentesca della Villa della Tesoriera ci si può raccogliere per ascoltare un concerto di musica da camera. In questo anno abbiamo completato la progettazione per 8 nuove aree gioco innovative, una per circoscrizione, finanziate sul progetto React EU, i cui lavori di realizzazione partono ora.

Tutela animali

Per quanto riguarda la tutela degli animali, la criticità maggiore è rappresentata dal nostro canile, obsoleto e non più sufficiente a contenere i cani randagi catturati: abbiamo recentemente presentato un progetto sulla linea di finanziamento PON Metro, il programma europeo di interventi per lo sviluppo urbano sostenibile, per efficientarlo dal punto di vista energetico e per espanderlo con una nuova ala.

Decentramento

In ultimo, ma non per ordine di importanza, ho lavorato sul decentramento, ovvero sul rapporto con le Circoscrizioni e con i territori. Anche qui mi sono concentrato sulla riorganizzazione dell’area, creando un’unità tecnica di supporto che fornisce alle amministrazioni decentrate servizi di supporto ad esempio per predisporre un bando di gara o la stipula di una concessione. Con cadenza bisettimanale mi riunisco con i Presidenti, per discutere di argomenti che riguardano aspetti di bilancio e strumenti operativi, al momento stiamo ad esempio lavorando sulla revisione del regolamento degli orti urbani.

Insomma più azioni su diversi fronti, senza dimenticare il dialogo con altre realtà urbane, da Lione a Milano sui temi dei fiumi e del verde: in particolare con la mia omologa assessora al verde del Comune di Milano abbiamo avviato un confronto periodico insieme agli uffici per scambiarci idee e creare un asse green progettuale con cui aumentare la collaborazione tra le due città.

Cosa si intende quando parliamo di “decentramento”. Come si applica alle circoscrizioni alla città.

Il decentramento oggi deve interpretare la capacità della città di esprimere vicinanza e prossimità ai cittadini. Torino è una città con quartieri estremamente diversi tra loro, in termini di servizi e di possibilità, di provenienze geografiche e di età delle persone che li abitano. Ed è una città in profonda trasformazione, che deve saper accompagnare processi di cambiamento. Ecco, il decentramento oggi non deve essere un incremento di burocrazia nel consentire queste trasformazioni, la sua funzione principale deve essere quella di intercettare istanze e necessità, facilitando percorsi partecipativi per coinvolgere i cittadini e le cittadine nel ripensare la vita e gli spazi dei quartieri.

Il ruolo del civismo dentro una compagine politica come si distingue e qualifica e che ruolo può esercitare.

In un momento storico di grande crisi rappresentativà dei partiti tradizionale, di fatica della politica ad essere percepita in grado di interpretare i reali bisogni ed aspirazioni della gente, il civismo può e deve giocare un ruolo importante di ricucitura. L’innesto in politica di uomini e donne che hanno maturato esperienze non solo lavorative, ma anche associative o di impegno in diversi settori della società, aiuta a ridare maggiore concretezza all’azione politica, oltre che aumentare il livello di competenza nella gestione della cosa pubblica.

Questo non vuol dire sostituirsi a chi la politica la sa praticare, perché anche la politica è un mestiere, richiede carisma e capacità di mediazione, che possono essere virtù non necessarie per essere un bravo chirurgo o un bravo ingegnere. Il civismo ha una sua funzione contingente, aiuta a rigenerare i partiti che rimangono l’architettura fondamentale della nostra democrazia, come ci ricorda l’art.49 della nostra Costituzione.